Filip Stankovic: "Sarebbe un sogno vincere la Champions con mio fratello e con mio padre allenatore"
Filip Stankovic domani tornerà a San Siro per Inter-Venezia, ma in realtà quel luogo non gli è mai davvero appartenuto soltanto come avversario. «Sono serbo, nato a Roma. Ma casa mia è Milano», racconta a La Repubblica. Cresciuto letteralmente all’ombra dello stadio, da bambino guardava il Meazza dalla finestra e riconosceva "il brusio del pubblico che precede i gol". Nel suo palazzo vivevano altri calciatori: «"C’erano Brozovic e Icardi".
Il portiere del Venezia ricorda con affetto la sua infanzia ad Appiano Gentile, dove il padre Dejan lo portava a giocare dopo le vittorie dell’Inter. «I miei fratelli tiravano e io paravo. Un giorno venne Mourinho. Era incappucciato, stava in disparte. Quando ce ne accorgemmo, ci impegnammo da matti. Avevo otto anni». Su Cristian Chivu, domani avversario, dice: "Non mi ha mai allenato, ma lo conosco bene. È amico di papà, una persona speciale".
Tra gli affetti di casa Inter c’è anche Pio Esposito: "Per me è stato un fratellino. Noi tre Stankovic uscivamo sempre con gli Esposito. Domani però voglio vincere io".
Ambizioso e lucidissimo, Stankovic non nasconde il suo sogno: "Alzare la Champions con mio fratello in squadra e papà allenatore. Quando mi danno del raccomandato, mi motiva di più. Mi basterebbe vincere anche solo il dieci per cento di ciò che ha vinto lui":
Nel tempo libero gioca alla PlayStation, alternando in porta Donnarumma e Oblak, "riferimenti anche nella realtà". E osserva con ammirazione Sommer: "Visto che usava occhiali per allenare i riflessi, ho iniziato anch’io: occhiali, luci intermittenti e spara-palline".
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