Stop allo scaricabarile: sconfitte inconcepibili. E la colpa non è tutta di Inzaghi

Stop allo scaricabarile: sconfitte inconcepibili. E la colpa non è tutta di InzaghiTUTTOmercatoWEB.com
domenica 2 aprile 2023, 21:02Editoriale
di Gabriele Borzillo

Confesso: neanche nei miei peggiori incubi avrei immaginato, alla ventottesima giornata, di avere in saccoccia dieci sconfitte, una più senza senso dell’altra. Un susseguirsi di drammi pallonari che sembrano non avere fine. Appiano Gentile abbiamo un problema, nemmeno di poco conto. Invece di incontrarsi ogni due per tre – cosa si raccontano vorrei saperlo visti i risultati che non rasentano i limiti della decenza pallonara – forse sarebbe ora di vedersi seriamente, anche una volta sola. Non serenamente, non per fare il campionato mondiale di grigliata: no, bisogna vedersi perché è ora di smetterla con lo scaricabarile e ciascuno deve prendersi le proprie responsabilità. Inconcepibile posizione in classifica, il ragionamento ma anche gli altri non fanno bene a me interessa molto meno di zero, io guardo a casa mia e quel che vedo non mi piace, inconcepibile subire più di un gol a partita – questa è la media, piaccia o meno - inconcepibile perdere più di una partita su tre, anche qui basta una divisione da seconda elementare per capire.

Molti si sono concentrati sulle colpe, vere e non presunte, dell’allenatore. Simone Inzaghi è monotono, zero incline al cambiamento, monocorde. Il gioco lento, prevedibile, senza un briciolo di fantasia, tutti a eseguire il compitino prigionieri di un modulo che ha fatto, evidentemente, il suo tempo. Questa maniera di stare in campo l’hanno capita tutti, ma proprio tutti: contro l’Inter basta mettere una punta e tre dietro di lei a inserirsi e scambiarsi posizioni e noi si va fuori giri. Però, accanto alla lunga serie di errori del nostro tecnico troviamo l’inspiegabile involuzione di molti dei presunti campioni che affollano Appiano Gentile, provincia di Como. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Alcuni caracollano per il campo, altri quando hanno la palla tra i piedi non vedono l’ora di liberarsene, altri ancora riescono a sbagliare gol che nemmeno io nelle mie peggiori interpretazioni, non mi riferisco solo a ieri, parlo di una situazione atavica, presente da tempo immemore. E qui Simone Inzaghi non ha responsabilità. È un susseguirsi di situazioni al limite del normale, con una aggravante: quando l’Inter prende gol, ne prende troppi anche per la pessima copertura di un centrocampo stranamente lento e ingrigito, non trova la forza di reagire, si lascia trasportare come un pezzettino di carta gettato in un impetuoso torrente di montagna. Qualunque certezza vacilla. Così, a parte qualche triste calcio d’angolo battuto pure male, la squadra non trova misure e ampiezza, ostinandosi a cozzare contro il muro di gomma avversario che, una volta chiusi gli spazi, non ha assolutamente nulla da temere se non il solito cross dalla tre quarti che magari qualcuno ci mette il testone e ci va di culo.

Il mese più importante della stagione è iniziato malissimo. Urge darsi una mossa. E darsi una mossa significa prendere i giocatori, uno a uno, cercando di capire se credono in ciò che stanno facendo o meno. Se il gioco proposto dal loro allenatore li convince o meno. Qui c’è in ballo il futuro prossimo dell’Inter, dei miei colori, dei nostri colori. Di raccontare va tutto bene madama la marchesa mi sarei anche un filo rotto.

Siamo l’Inter, Noi.

Chi non lo capisce prego, prendere la porta e andare.

Alla prossima.