Lukaku non ha paura

Lukaku non ha paura TUTTOmercatoWEB.com
sabato 5 giugno 2021, 19:55Editoriale
di Fabrizio Biasin

In un momento come questo si nascondono tutti, o quasi. E lo fanno anche se hanno le migliori intenzioni. Tacciono, non sorridono, al limite dicono “vedremo”. Oh, è legittimo, quasi fisiologico, del resto nessuno ha capito nel dettaglio quel che sta accadendo in casa Inter (d’accordo i tagli, ma quanti? E il monte ingaggi? Di quanto dev’essere abbassato?) e, quindi, meglio temporeggiare e attendere tempi migliori.
Lui no. E “lui” è il giocatore più importante della squadra, Romelu Lukaku. 
Romelu Lukaku piace anche a mia zia che di pallone capisce nulla. Facile adesso, lo capiscono persino i ciechi quanto vale “quello lì”. Due anni fa no, non tutti avevano una visuale chiara sul belga. Ce l’aveva Conte, per fortuna. Il sottoscritto, per dire, pensava: “Ottanta cucuzze mal contate per uno che arriva da una stagione così mediocre? Ma non saranno troppi?”. No, non erano affatto troppi. 
Bene, quel signore lì, pedina perfetta per ogni tipo di club, per ogni tipo di allenatore, per ogni tipo di osservatore normodotato, l’altro giorno ha detto così al talkshow televisivo belga chiamato “Deviltime”: “Ho già parlato con colui che sarà il nostro prossimo allenatore (Simone Inzaghi ndr). Forse non dovrei ancora dirlo, ma è stata una conversazione molto positiva.

Insieme a lui accetto la sfida di tornare a vincere lo scudetto, all'Inter mi sento bene. Conte? Quando ho saputo del suo addio è stato difficile, ma abbiamo un gruppo affamato”. E a contorno ci ha messo tanti sorrisi, sguardi convinti, piglio da capopopolo.
E voi direte: “Sì, ok, sono solo parole, magari poi arriva l’offertona da 120 milioni e tanti saluti a Romelu”. Può darsi, magari capiterà (difficile) ma, nel caso, non sarà mai per volontà del colosso che ha detto “accetto la sfida” e lo ha fatto senza scomporsi neanche troppo. 
Lui, il colosso, se ne fotte abbastanza di quel che si dice in giro, si lascia scivolare di dosso le rappresentazioni apocalittiche di chi immagina (sogna?) un’Inter costretta alla rifondazione, non trema affatto. E sapete perché ci riesce? Perché crede nei suoi compagni e, soprattutto, in se stesso. Perché ama Milano e il club che lo ha accolto. Perché gode come un giaguaro a vestire i panni del campione d’Italia. Oh, non dimentichiamocelo: a Milano lo scudetto mancava da un’era geologica.
Ecco, Lukaku è “una cosa bella” per quello che fa sul campo, ma non solo. Lukaku in questo momento è l’appiglio al quale si aggrappano milioni di tifosi preoccupati, è la corona di aglio contro i vampiri della iattura, è la scatoletta di spinaci di Braccio di Ferro da strizzare di fronte a coloro che giurano e spergiurano "finirete malissimo”. 
Nei prossimi giorni vi diranno che il Tottenham è su Lukaku, che il Real è su Lukaku, che il Manchester (uno dei due o forse entrambi) è su Lukaku, che Lukaku è su Lukaku. Quando leggerete o ascolterete quelle cose lì, lasciatevele scivolare di dosso e recitate il mantra: “Accetto la sfida di tornare a vincere lo scudetto”. Sono le parole di Romelu, futuro capitano dell’Effecì Internazionale.