La via del gol è stata smarrita dalla strana coppia Thuram-Sanchez. Poi ci ha pensato Lautaro, il nostro capitano

La via del gol è stata smarrita dalla strana coppia Thuram-Sanchez. Poi ci ha pensato Lautaro, il nostro capitanoTUTTOmercatoWEB.com
domenica 1 ottobre 2023, 15:56Editoriale
di Gabriele Borzillo

L’Inter ha vinto, viva l’Inter. Che alla fine del primo ero discretamente, eufemismo, preoccupato, proiettandomi con la mente a quanto si sarebbe detto se, per caso, non fossimo riusciti a sfangarla sulla costiera amalfitana: anzi, per essere precisi, Salerno è una sorta di ombelico che divide costiera cilentana e amalfitana, reminiscenze antiche di geografia. Sperando di non scrivere una pirlata immane.

Tornando alla partita, subito dopo il fischio finale ho tirato un enorme sospiro di sollievo, convinto più che mai di poter schierare, tra le fila della mia squadra, un fuoriclasse. Un campione. Uno di quelli che fa la differenza anche quando rende meno di quanto ci aspettiamo, ovverosia il massimo. Lautaro Martinez non solo è il mio capitano, il nostro capitano: è, soprattutto, un esempio per i suoi compagni di squadra, con quel suo movimento perpetuo a inseguire tutto e tutti, senza risparmiarsi, dando sempre il centodieci per cento. Facendo, in sintesi, ciò che un capitano deve fare: a maggior ragione il capitano dell’Inter. Lauti è il degno prosecutore di quella stirpe con la fascia al braccio che ha scelto e voluto l’Inter con tutto l’amore e l’impegno possibili. Oggi, ottobre, non so cosa succederà nel futuro: oggi so che il Toro gioca coi miei colori, i nostri colori, e posso ammirarlo ogni qual volta l’Inter scende in campo. Intendiamoci, non è la quaterna calata all’Arechi, no: è che Lauti è così di suo, fa parte del carattere di un ragazzo mai domo, che non vuole perdere. Una guida. Ripeto, un esempio per chiunque condivida con lui lo spogliatoio.

L’Inter vince, viva l’Inter. Raccontiamocelo pure, tanto siamo tra noi, non è che abbiano giocato una di quelle partite da stropicciarsi gli occhi. Buona la partenza, è un must di questo inizio stagione cominciare bene - San Sebastian a parte dove abbiamo nicchiato spaventati come tanti scolaretti al loro primo giorno di scuola - senza trovare la via del gol, smarrita dalla strana coppia Sanchez-Marcus. Il fuoco del successo dura poco, un quarto d’ora, diciamo pure venti minuti, poi i ragazzi rinculano e arretrano pericolosamente, offrendo il fianco a qualche occasione dei padroni di casa. Si recupera un filo nel finale di tempo, chiuso meglio e con discreta lena. Secondi quarantacinque minuti iniziati sul modello Sassuolo: e qui, perché come lo si critica quando sbaglia bisogna dirgli bravo quando azzecca, Simone Inzaghi smette i panni dell’abitudinario e cambia, dopo soli nove minuti: un record, che io mi ricordi. La mossa è perfetta. La Salernitana, che ha corso a perdifiato fino a quel momento, inizia ad accusare stanchezza. Lautaro Martinez sale in cattedra, l’Inter tutta inizia a giocare seriamente a calcio. Il risultato finale è lì, da leggere.

Adesso recuperare deve essere la parola d’ordine: vittoria importante mentalmente quella di ieri, prima ancora che per i gol fatti o la sensazione di forza trasmessa negli ultimi venticinque minuti.

Martedì ci aspetta l’ennesima battaglia pallonara: avanti l’Inter, avanti l’Effecì.

Alla prossima.