Materazzi senza peli sulla lingua: "Romelu ci deve delle spiegazioni, siamo ancora in attesa"

Materazzi senza peli sulla lingua: "Romelu ci deve delle spiegazioni, siamo ancora in attesa"TUTTOmercatoWEB.com
sabato 28 ottobre 2023, 10:22News
di Marco Pieracci

Senza peli sulla lingua, come al solito, l'ex difensore nerazzurro Marco Materazzi parla a La Gazzetta dello Sport del ritorno al Meazza di Romelu Lukaku. "Non facciamo paragoni, per favore. Perché San Siro fischierà Lukaku e non ha mai fischiato Mourinho? Bastava dirlo: me ne vado perché... È stato bello, grazie di tutto, eccetera eccetera. Bastava dirlo prima, soprattutto". 

Neanche Mourinho lo aveva detto, in realtà. 
"Pubblicamente no, ma ci giocavamo una Champions, non un torneo amatoriale. E poi a chi di dovere, il presidente Moratti, in pratica lo aveva detto. E anche a noi: se ci si conosce non servono discorsi solenni, bastano gli sguardi, le non risposte". 

Dunque è il silenzio che non viene perdonato a Lukaku. 
"Il silenzio e i suoi tempi. Dice che quando parlerà si capiranno tante cose: speriamo, ma noi tifosi interisti stiamo ancora aspettando. Io, se avessi fatto una scelta come la sua, avrei già avuto bisogno di spiegare. E avrei spiegato, da un pezzo. Perché ci sono cose che non serve dire, come quella notte a Madrid. Ma altre invece è importante dirle, spiegarle". 

Quella notte a Madrid, ovvero uno con la faccia sulla spalla dell’altro a piangere? 
"Esatto, zero parole. Ci eravamo già detti tutto: anche prima che mi mandasse in campo per quei pochi minuti della finale". 

Pochissimi, in realtà.
"Guardi, valeva la pena di essere allenato da Mourinho, in quella Inter, anche per giocare un solo minuto in tutta la stagione. Per me è sempre stato tutto chiarissimo da quando parlai con lui, prima di allungare il contatto fino al 2012. Sapevo qual era la mia posizione: avrei giocato poco, diciamo il giusto, ma anche in gare decisive come la finale di Coppa Italia, e però mi sarei sentito importante anche seduto in panchina vicino a lui". 

Dunque ci ricorda cosa Mourinho le disse all’orecchio in campo, la sera del 22 maggio 2010? 
"Marco, eri in campo nella puta finale del Mondiale e sei in campo in questa puta finale di Champions”. Ci ho provato per l’ultima volta, con la maglia in bocca per non far capire cosa gli stavo dicendo: “Resta, nessuno ti amerà come è successo nella nostra famiglia”". 

Secondo lei Mourinho è stato mai più amato come all’Inter? 
"Non sono nessuno per dirlo. Al massimo posso dire che probabilmente non è stato più amato in quel modo. Perché quei due anni sono stati una storia unica: non per forza migliore di altre, ma unica. E forse irripetibile". 

Ci dice in poche parole cosa c’è di irripetibile in Mourinho? 
"Le dico cosa è sicuramente “da Mourinho”. La capacità di saper essere tutto: allenatore, padre di famiglia, amico con cui puoi scherzare, ma che si incazza se non ti comporti da amico. Di creare empatia. La capacità di non fare figli e figliastri: affrontava a brutto muso soprattutto quelli forti di carattere. Di non accettare compromessi. Di toccare i tasti giusti: i tuoi, quelli più profondi, e soprattutto quelli dei “nemici”. E di moltiplicare le energie, fino a farti sentire forte, più forte di tutti. Può bastare?".