Marchegiani: "Milan favorito evidente. 5 maggio? Gli interisti mi facevano pena"
Luca Marchegiani, ex portiere della Lazio presente il 5 maggio 2002 quando l'Inter perse il titolo con la sconfitta per 4-2 all'Olimpico, ha rilasciato un'intervista a La Repubblica, nella quale ha parlato della lotta scudetto: "Non penso che il Milan si lasci sfuggire la grande occasione dopo avere faticato tanto. Questione di classifica, ma anche di mentalità: nelle ultime settimane abbiamo visto una squadra che non vuol lasciare proprio niente per strada. Certo che l'imponderabile esiste, nulla nel calcio è già scritto, però qui c'è una favorita evidente ed è proprio il Milan. Un gruppo molto strutturato, anche per limitare i danni del caso o della sventura".
A volte i favoriti cadono nel pozzo guardando le stelle.
"Perché le varianti sono moltissime. Contro la fantasia del calcio non c'è schema che tenga".
Sia sincero: nel 2000, alla vigilia, voi laziali ci credevate?
"Lo sono: ci credevamo poco o niente. Del resto, un anno prima, se il Milan avesse vinto a Perugia ci avrebbe preso lo scudetto sotto il naso, e difatti vinse. Non potevamo illuderci, la storia spesso si ripete".
Di quel 5 maggio 2002 invece cosa mi può dire?
"Una giornata particolare a dir poco. Per lo scudetto era un incrocio fra Inter, Juventus e Roma. Se avessimo battuto i nerazzurri e la Juve non avesse vinto a Udine, il tricolore sarebbe andato alla Roma: per questo i nostri sostenitori ci tifarono contro, dopo una stagione molto negativa. Un uragano di fischi ogni volta che la Lazio si azzardava a superare la metà campo, ma noi volevamo qualificarci in Coppa Uefa e non ci curammo dell'ambiente ostile. Certo, fu tutto assurdo".
Ogni interista assentirà.
"Erano sicuri di batterci e segnarono subito: tutto facile, dunque pericolosissimo. L'Inter ci sottovalutò, e dopo il pareggio di Poborski cominciò a intuire la portata del destino. Loro si paralizzarono, pagando la stranissima atmosfera che circondava noi e loro. Stavo in panchina perché quell'anno il titolare della Lazio era Peruzzi, ed ebbi tempo e modo di guardare con attenzione le facce degli interisti. Alla fine mi facevano pena, fu uno psicodramma terribile. Alcuni dei miei avversari erano anche amici, ad esempio Bobo Vieri che fino a due anni prima aveva giocato con noi. È brutto vedere un collega che soffre tanto per causa tua. La loro incredulità diventò disperazione, fu un momento difficile anche per noi".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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