Covid: la differenza tra cinema e calcio: il mondo del pallone poco tutelato dallo stato
La Gazzetta dello Sport in edicola quest’oggi ha aperto un focus relativo alla differenza di trattamento tra il mondo dello spettacolo e quello del calcio. Il cinema, ad esempio, da inizio pandemia ha ricevuto ristori per 1069,5 milioni a cui possono aggiungere i 90 per l’esenzione della seconda rata Imu 2020 e dell’Imu 2021 e 2022 per cinema e teatro. E il calcio? Le perdite per la pandemia hanno tolto 1,2 miliardi di euro. Una cifra enorme, con il presidente della FIGC Gravina che ha sollecitato più volte il governo ad intervenire con sostegni importanti. Qualcosina è stato fatto, come apparso nell’ultima Legge di Bilancio che che allarga la sospensione e la rateizzazione dei versamenti fiscali e contributivi dei club professionistici, inizialmente prevista fino a dicembre 2021, anche ai primi quattro mesi del 2022.
Oppure è stata poi concessa la possibilità di stipulare contratti di apprendistato “professionalizzante” tra i 18 e i 23 anni. A questo si aggiunge quello che la Figc, nelle richieste fatte al governo lo scorso luglio, aveva chiamato “fondo salvacalcio” e che è diventato poi un “fondo salvasport” che prevede la destinazione dello 0,5% sul totale della raccolta da scommesse relative a eventi sportivi di ogni genere verso un fondo per misure di sostegno. Ma la differenza di aiuti tra i due mondi, al momento, rimane ancora netta.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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