Bergomi: "Oggi giocherei alla Darmian. Soffrivo nel preparare i derby, lo Scudetto dei record ne vale 3"

Bergomi: "Oggi giocherei alla Darmian. Soffrivo nel preparare i derby, lo Scudetto dei record ne vale 3"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 22 dicembre 2023, 11:32News
di Marco Lavatelli

In occasione del suo 60° compleanno, Beppe Bergomi si racconta in una lunga intervista pubblicata da Tuttosport: "Ho avuto una vita fortunata. Ho sempre cercato di divertirmi e giocare a calcio lo era. Dalla strada e l’oratorio sono finito all’Inter e in Nazionale, giocando quattro Mondiali. Tanti mi dicono che ho vinto poco, io rispondo che ho vinto il giusto, quello che meritavo e che sono rimasto per 20 anni a grandissimi livelli. Il pallone è la mia vita e lo è tuttora con Sky e la mia squadra di ragazzi all’Accademia Inter»

Alla domanda riguardante un ipotetico Bergomi di oggi, lo Zio risponde: "Io mi rivedo un po’ in Di Lorenzo. Chiaramente è un calcio diverso quello di oggi, ma anche lui è uno concentrato, sul pezzo, non sbaglia quasi mai una partita. È intelligente e mai banale. E nel recente passato direi Barzagli". E se giocasse oggi "mi vedrei da braccetto di destra alla Darmian".

Poi il ricordo di alcuni dei momenti più belli della carriera, dal primo gol del 6 settembre 1981 al Milan fino alle gioie del Mondiale '82 - "Sarò sempre grato a tutti i giocatori di quel gruppo e Bearzot" - e lo Scudetto dei record con l’Inter nel 1988-89: "Quel titolo valeva tre di oggi perché ci confrontavamo con il Milan degli olandesi, il Napoli di Maradona, la Sampdoria di Vialli e Mancini, la Juventus, le romane, la Fiorentina di Baggio".

Da bandiera dell'Inter, un pensiero per le avversarie di sempre: "Inizialmente il Milan, perché già nelle giovanili mi confrontavo con loro. Il derby è la partita che ho giocato di più, 44 volte; soffrivo nel prepararla, ma poi che gusto giocarla. Quando però nel 1995 arrivò Moratti, lui insieme ai gradi ex della Grande Inter come Facchetti e Mazzola, cambiarono la nostra visione e ci dissero che la rivale storica era la Juventus. Cosa hanno rappresentato? La nazionale, perché a livello di club negli anni ’80 non ci furono grandi duelli. Ma in azzurro le colonne del gruppo erano tutti juventini: Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Tardelli, Paolo Rossi. Grandi uomini e grandi giocatori".