Baggio amaro: "Non riesco proprio a dimenticare quel giorno a Pasadena"
All’indomani dei suoi 55 anni, Roberto Baggio si racconta a Dribbling, in onda su Rai2: “Gli anni purtroppo si sentono e passano per tutti, però bisogna avere lo spirito giusto per affrontarli”.
Il suo rapporto col tempo che passa?
“Un po’ conflittuale, mi sembra che corra troppo veloce. Forse l’età, forse gli impegni: tutto sembra correre più veloce di una volta. Per fortuna ho tantissimi amici nel mondo e ho avuto veramente tanti messaggi di affetto, sono molto felice di questo”.
Tante persone continuano ad avere la passione per Baggio. Come mai?
“A volte me lo chiedo e fatico a darmi una risposta. È una cosa che mi sorprende, anche perché ormai sono tanti anni che non gioco. Devo dire che l’affetto della gente alla fine è la cosa più bella e profonda che mi sia rimasta del calcio”.
Come ha vissuto gli ultimi due anni?
“Io credo che i giovani siano stati quelli che hanno sofferto di più, noi genitori abbiamo il dovere di stare vicino a loro e dare i giusti stimoli per affrontare il futuro con speranza. Devono recuperare il tempo perduto e tornare a relazionarsi con gli altri in maniera diretta, vivere un po’ quella che è stata la nostra adolescenza”.
La sua spiritualità l’ha aiutata?
“Assolutamente. Intanto, non uscendo di casa ho avuto più tempo per approfondire la mia fede e rimettermi in gioco”.
Ha detto che se si apprezzano le cose semplici ci si emoziona.
“Ho la fortuna di essere cresciuto in una famiglia umile, come tante altre. C’era poco da divertirsi, nel senso che dovevamo inventarci noi la gioia di stare insieme, di relazionarci. Credo che quella sia stata la base della mia vita: la semplicità è stata il rifugio in cui trovare le cose che hanno valore”.
Cosa cambierebbe?
“La mancanza di rispetto. In quello penso che ci sia un po’ tutto, dove noi non riusciamo a rispettare gli altri per le diversità, il colore della pelle, le abitudini vuol dire che c’è una serie di cose negative che ci portano a questo”.
Cosa fa nelle sue giornate
“Io ho la fortuna di vivere in un posto dove c’è sempre da fare, se non altro per tenere in ordine come piace a me. Sono sempre impegnato, è una grande fortuna”.
Quanto sono importanti la terra e la natura?
“Tantissimo. Io le vivo quotidianamente, magari muovermi per un giorno e andare via diventa un problema, so cosa mi perdo”.
Perché il calcio la annoia?
“Perché lo vivevo in un’altra maniera, forse sono soltanto invidioso di loro, di chi lo può ancora praticare e vivere. Vorrei poter tornare a vivere quei momenti in cui rincorrevo una palla”.
Cosa la fa commuovere?
“Adesso sono peggiorato, mi commuovo per niente. Quando parlo anche di cose semplici… A volte ascolto una canzone e mi emoziono”.
Suo padre è sempre vicino a lei?
“Sì, anche se non c’è più è come se lo avessi qui accanto adesso. Credo sia stata una figura meravigliosa e unica, mi emoziono parlandone perché è meraviglioso”.
C'è qualcosa che si rimprovera?
“Sì, una roba sola… Purtroppo è una cosa che non riesco a dimenticare. Quel giorno a Pasadena”.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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