C’è vita sul pianeta Inter
In queste settimane di compravendita, proprio quando tutto sembrava chiuso con appuntamento rimandato alla prossima estate per la gioia degli innumerevoli – ho scoperto anzi, lo scopro ad ogni sessione di mercato in verità – laureati in economia al MIT con annesso classico leit motiv del libri in tribunale, fallimento senza saperlo, vendere i pezzi pregiati e tutta la trafila salvo poi scoprire che, in sostanza, l’Inter potrà contare su liquidità fino a giugno 2024, non che ciò significhi avere i conti in forma smagliante sia chiaro, F.C. Internazionale batte un colpo. Anzi, facciamo due. Nel silenzio generale, senza che nessuno ne sapesse minimamente nulla, chi vi racconta oggi beh lo sospettavo millanta o percula, non trovo altre spiegazioni a riguardo. Simone Inzaghi aveva chiesto un esterno di sinistra, la stessa Inter in verità lo ricercava per poter eventualmente sostituire il Perisic partente e avere maggior peso nell’eventuale trattativa per il rinnovo del tuttofascia croato: l’esterno di sinistra si è puntualmente palesato nella persona di Robin Gosens, corsafiatoepassione scritto tutto insieme che mi piace così. Eeehhhhh, vabbè, ma il ragazzo viene da un infortunio piuttosto importante, chissà mai se riprenderà la stessa vigoria, si chiedevano numerosi tifosi e non solo, domanda che ci sta tutta e ci mancherebbe pure.
Beh, a ‘sto giro parrebbe proprio di aver trovato un atleta in pieno recupero, già pronto per il ritorno dell’ottavo di Champions ad Anfield Road o, meglio ancora, per Inter-Salernitana di qualche giorno prima: ammesso e non concesso che Robin non bruci le tappe e ci stupisca ma, personalmente, non ne vedo la necessità. Acquisizione di grande rilevanza quella dell’esterno titolare della nazionale tedesca, a Milano per rinverdire i fasti teutonici in maglia nerazzurra. Anche in ottica puramente tattica l’innesto di Gosens potrebbe spostare pedine sulla scacchiera, consentendo così a Simone nostro maggiori alternative e offrendo ai tifosi del cielo e della notte un parco esterni di primissimo livello.
Oltretutto, siamo sinceri, in casa Inter si sentiva la necessità reale di una punta d’area di rigore, uno sul genere pesante pronto a sgomitare, farsi largo, entrare nella parte senza attendere i canonici dieci o quindici minuti, con una discreta attitudine a vedere la porta avversaria, possibilmente centrandola. Così, dopo accurate riflessioni e col placet assoluto del tecnico piacentino, la dirigenza nerazzurra si è buttata su Felipe Caicedo da Guayaquil, primo calciatore ecuadoregno a vestire la maglietta interista. Vero, anche lui non gioca da molto e a Genova, diciamocelo pure, complice un infortunio ha decisamente steccato. Ma conosce benissimo Simone nostro e Simone nostro conosce benissimo Felipe, col quale ha conquistato due supercoppe e una coppa Italia a Roma. L’attaccante non ci ha pensato un minuto a raggiungere Inzaghi: la speranza, mia e di tutti ovviamente, è che il rendimento assomigli molto a quello del periodo laziale, quando era riconosciuto ovunque per la zampata finale che cambiava sorti alle partite.
Perciò benvenuti a entrambi. Ricordando che occorrerà un pochino di tempo per averli al massimo. Quindi, se possibile, evitare mugugni, fischi, incazzature inutili e, soprattutto, non bollarli come pippe terribili alla prima partita giocata sottotono. L’Inter ha intrapreso un percorso, questo sì, che potrebbe portare il Club e i suoi tifosi a levarsi grandi soddisfazioni sportive. Stiamo loro vicini, sosteniamoli: con la consapevolezza che il prossimo mercato potrebbe riservarci altre gradite sorprese. Ridimensionamento permettendo.
Ad maiora.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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