BAR ZILLO - Lautaro e la boxe con Conte. Cosa portate? Un fiorino

BAR ZILLO - Lautaro e la boxe con Conte. Cosa portate? Un fiorinoTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 14 maggio 2021, 07:45Bar Zillo
di Gabriele Borzillo

Perciò, in sostanza, il primo round andato in scena tra la Proprietà nella persona di Steven Zhang e il gruppo, tutto il resto del mondo Inter, ha visto, raccontano, il rifiuto, né secco né scortese, della rinuncia alle famose due mensilità e, per adesso, anche alla spalmatura sui prossimi esercizi delle solite due mensilità, ormai parte di una leggenda metropolitana. Di fatto questo risultato porta a pensare, quasi automaticamente, che ci sia qualcosa non recepito o non compreso nella comunicazione Proprietà-Gruppo squadra. Adesso dovrà essere Suning a chiarire la posizione con i giocatori, con i dirigenti, con Antonio Conte: dove si vuole andare, cosa si vuole fare, quali sono i programmi futuri? Un fiorino.

Perché questo chiedono a gran voce tutti, mica altro: chiarezza. Non ci sono richieste folli di ingaggi duplicati grazie al successo in campionato, non ci sono scontenti pronti a mettere sulla pubblica piazza i misteri di casa Appiano Gentile, cosa che fino a un paio d’anno fa rientrava nella voce prassi comune. Il gruppo, ‘sto famoso gruppo, è unito come non capitava da anni. È molto più gruppo quello composto da questi ragazzi di altri che hanno, comunque, vinto. A volte nemmeno poco. C’è coesione, c’è amicizia, ci sono rapporti umani ben oltre il classico saluto rivolto anche in ufficio al tizio seduto di fronte che ti sta pure sulle palle. Le scene viste spesso sui social non sono girate per raccontare il favoloso mondo di Antonio Conte e la sua truppa utili alla tranquillità di una tifoseria, mentre lontano dalle telecamere si consumano duelli rusticani. No, manco per niente. La situazione, in allenamento, in ritiro, fuori dal campo, è quella che vedete: esattamente quella, né più né meno, e chi la racconta diversa non sta facendo un buon servizio.

Diciamolo senza il minimo dubbio: oggi come oggi nessuno, dal comandante Antonio all’ultimo dei magazzinieri, vuole andar via da Appiano. Non ho scritto vorrebbe, ho scritto in modo consapevole vuole. Gli abbracci dopo i gol, le scenette, i mucchi selvaggi sono figli di amicizia vera. Un papà calcistico, Antonio Conte da Lecce, tanti figli, i giocatori, con la pronuncia di Conte. E, come in tutte le famiglie che si rispettino, capita di tanto in tanto la lite, l’arrabbiatura, scappa anche un bel vaffa sottovoce, che se poi ti sente papà ti appende, giustamente, al muro. Così Lautaro Martinez, lo adoro, gioca una delle peggiori partite della sua carriera contro la Roma. Papà Antonio si incazza e lo sostituisce. Lauti si incazza e prende a calci una bottiglietta, condendo il tutto con frasi a spizzichi e bocconi non propriamente eleganti. Arriva, prontamente, Lele Oriali, mentre Antonio apostrofa il ragazzo con un oh, fenomeno! del tutto comprensibile. Mammamia questi due non si parlano più, pensa qualcuno: infatti. Infatti oggi Lautaro ha cucinato per tutti, dopo un bell’incontro di boxe con Antonio (però un paio di papagne gliele ha tirate).

Perché questo, sissignori, è un gruppo.

Se provate a smontarlo gli dei del pallone vi perseguiteranno per sempre.